TRATTENIAMO IL RESPIRO!

25.03.2018

In apnea, come chi fa immersione. In apnea, senza voltarsi, senza pensare, senza fare calcoli. Il Gozzano ha fatto entrare l'aria nei polmoni prima della gara contro la Varesina vinta con merito e sicurezza per due reti a zero e deve trattenerla per sei giornate. Tante ne mancano alla fine di questo campionato. 

Si soffre a stare fuori, anche se c'è grande fiducia in chi mi sostituisce, in Boffe in panca, nel ds Casella in panchina... Però da bordo campo si fatica a comunicare e soprattutto non si sfoga la tensione. La mia è una squadra matura, formata da giocatori di grande personalità e letture calcistiche. Non è come in altre esperienze passate, dove stare fuori significava lasciare il gruppo da solo, in balia di avversario e terna arbitrale. Con i ragazzi di quest'anno è diverso. Però il disagio rimane, la rete è un nemico troppo crudele che mi costringe a tenere dentro la maggior parte delle cose che mi transitano dal cervello al cuore. I risultati che arrivano dagli altri campi sembrano favorevoli. La Varesina non riesce a tirare una volta in porta. E io rimango in castigo. 

Da fuori però si possono osservare con più lucidità le situazioni, leggere meglio, ragionare, capire. Anche se davvero l'unica cosa che balza all'occhio è la grande maturità del gruppo, di chi è sceso in campo, di chi è entrato. Un gruppo formato da giocatori forti. E tanti. Cambi all'altezza. Assenze che non si fanno sentire. La società ha davvero messo insieme un qualche cosa di equilibrato e completo, i singoli ragazzi stanno rispondendo con enorme professionalità, che è la prima cosa che conta in questi momenti. Professionalità e un pizzico di cuore. 

Mancano ancora sei gare. Il Como è scivolato a quattro punti, tanti o pochi che possano sembrare. Da adesso in poi ce la dobbiamo vedere quasi solo con squadre di alta classifica. Di sicuro questo vale per le prossime tre gare: Caratese, Pro Sesto, Como. Potrebbero essere decisive. Oppure no. Dipenderà anche da noi. Quello che vorrei vedere è lo spirito di questo mese, rafforzato a Bra, ancor di più oggi. Non si possono prevedere le difficoltà e le incognite che riserva il futuro, ma si può decidere quanto spingere e quanto dare durante la settimana e nel pre-gara per tirar fuori davvero tutto, non lasciare nulla al caso, predisporsi a seminare e raccogliere durante i novanta minuti successivi. Serve grande rispetto per gli avversari ma anche enorme fiducia in sé stessi. 

Per questo motivo dico che ci aspettano i tre giorni più intensi, importanti e decisivi della nostra vita. Non conta cosa è successo oggi. Non conta quello che avverrà dopo la gara di Carate. In questo momento contano solo le ore che ci separano da quel match, quello che faremo per arrivare al massimo delle nostre condizioni psico-fisiche al fischio di inizio. 

Il sogno è lì, davanti a noi. Tratteniamo il respiro...