ORA ET LABORA

17.01.2019

Non sto scrivendo, da luglio a questa parte, ma ci sono. Vorrei tranquillizzare i molti che mi stanno chiedendo i motivi di questo, chiamiamolo così, silenzio. 

Sto vivendo una stagione che mi coinvolge a trecentosessanta gradi, non solo per quanto riguarda l'impegno, dovendo ricoprire sia il ruolo di allenatore sia quello di direttore sportivo in una piazza esigente e ambiziosa come quella di Lecco, ma per l'enorme responsabilità che sento addosso e ci mancherebbe fosse il contrario. 

Sto lasciando parlare il campo, diciamo così, che poi è anche il frutto del mio lavoro. Non voglio ricamare, filtrare, addolcire, spiegare quanto sto facendo e quanto sta accadendo. E' una scelta ragionata. 

Invito tutti a seguire la Calcio Lecco 1912 e a sostenerla. Si sta cercando di ottenere un qualcosa di enorme e lo si sta facendo con serietà. I ragazzi meritano sostegno e la società fiducia. Il grande ingranaggio si muove, lentamente e quotidianamente, per condurre l'intera macchina al raggiungimento dell'obiettivo. 

C'è un momento per ogni cosa e questo è quello del silenzio e del lavoro. "Ora et Labora", come avrebbero detto i monaci medievali. 

Ora, quindi prega. In questo caso medita, focalizzando il momento, prevenendo situazioni, limando difetti, studiando strategie. Parte delle nostre giornate non possono che essere impiegate così, nel tentativo di oliare al meglio ogni singolo pezzo dell'ingranaggio. 

Labora, quindi lavora. Sul campo. Approfondendo conoscenze, scoprendo pregi e difetti dei colleghi, sopportando e sopportandosi, stimandosi, spingendo sulle gambe, sudando, ambendo, volendo. Tutto questo non può che accadere quotidianamente su quel rettangolo verde che tanto amiamo e che ci vede poi protagonisti durante le partite/battaglie domenicali. 

Ora et labora. Vale per tutti. Nessuna distrazione è consentita.