CRESCITA COSTANTE

18.09.2019

Le sconfitte fanno sempre male, specie se non si è più abituati a digerirle. I tre punti contro la Pro Vercelli ci avevano illuso che fosse forse tutto diventato semplice, che la squadra si fosse lasciata alle spalle Arezzo per poi partire per chissà quale cavalcata. Le partite, invece, in serie C sono indipendenti tra loro, lo avevo detto abbondantemente in sala stampa. Vuol dire che ognuna va preparata a modo suo e ogni settimana diventa un campionato a sè. Siamo andati a Novara consci di cosa significava approcciare ad una gara in trasferta in uno stadio comunque caldo, ci siamo preparati per fare una gara compatta e fondamentalmente di attesa (cosa che in C contro avversari tecnicamente dotati è indispensabile saper fare, almeno a momenti) ed abbiamo preso gol sulla prima palla persa con una staffilata dai 30 metri. Quindi piani stravolti, partita giocata poi di cuore e inevitabilmente più alta (anche se non abbiamo mai preso una ripartenza avversaria in tutto il primo tempo, spendendo bene anche i falli, a differenza di Arezzo) e alcune occasioni enormi non sfruttate per raggiungere il pari. Ripresa che ci ha visto via via spegnerci, o perlomeno pagare di più il campo aperto offerto agli avversari, per poi vederci capitolare a sette minuti dalla fine per un paio di macroscopiche ingenuità, che hanno appesantito un risultato che il campo aveva detto poter essere tutt'altro. Per quanto mi riguarda: normalissima gara di una squadra che sta crescendo, che ha evidenziato positività ed alcune recidività da monitorare. 

La preparazione della gara col Siena è stata caratterizzata da una settimana atipica, imbottita di allenamenti e quindi difficile da alleggerire sul piano della tensione. Leggere che si è vista una squadra "impaurita" dopo una settimana del genere fa un pò sorridere. L'approccio è stato identico a quello di Novara, cioè imperniato sull'occupazione della propria metà campo e sulle ripartenze. La scelta del modulo naturale conseguenza di un'analisi attenta che durava e dura ormai da più di un mese, con situazioni provate ripetutamente in allenamento e un tempo ad Arezzo (il secondo) che aveva già fatto intuire come quella potesse essere molto più che una variante. Per me una squadra in C deve saper cambiare modulo e pelle: lo pensavo, lo penso e lo penserò. Il primo tempo è stato fisico, giocato sui duelli e più di categoria di molti altri spezzoni visti quest'anno in campo. Purtroppo i due gol subiti su errori che non possiamo permetterci (e non dobbiamo ripetere) hanno reso sbagliato tutto, anche quanto di buono c'è stato. Il messaggio è stato chiaro: per giocare bisogna garantire un determinato apporto in fase difensiva, sennò non si può giocare. Messaggio che la squadra ha recepito e anche capito, rendendosi conto in campo dell'importanza di un certo tipo di atteggiamento.

Chi rimpiange il gioco arioso della passata stagione se lo dimentichi almeno per un pò. Gli approcci devono essere graduali, e non si possono usare chiavi complesse per risolvere situazioni se prima non si padroneggiano bene quelle semplici. 

Noi adesso dobbiamo eliminare errori, capire che possiamo restare in partita e competere contro tutti. Non dobbiamo nè vivere di colpi di tacco, nè di arabone, nè pensare che la strada per incanalarsi definitivamente nella categoria sia quella del palleggiare con autorità dentro a qualsiasi avversario. Altrimenti prenderemo sempre e solo scoppole.

Questo significa che non si può crescere sul piano del gioco?

Assolutamente no. Si deve crescere. Ma tale crescita passa attraverso la conoscenza reciproca e la continuità. E soprattutto passa attraverso l'autostima, che non può alimentarsi fin che si continuano a prendere gol del genere perdendo palla in fase di sviluppo dell'azione nella nostra metà campo. 

Qualcuno ha detto che la squadra gioca troppo poco. Per me la squadra gioca  ancora troppo nei punti sbagliati del campo. Si potrà pensare di tornare a fare certe cose solo dopo che si sarà più sereni. Il contrario purtroppo nel calcio non è quasi mai possibile. 

Il calendario non aiuta, lo si sapeva, ma non deve essere un alibi. I punti si possono fare contro tutti, basti pensare che il Lecco lo scorso anno perse a Sestri la sua prima gara (squadra poi retrocessa). 

E' fondamentale però riuscire a non distrarsi, non cadere nella tentazione di mettere in discussione tutto e tutti (i calciatori intendo) solo perchè si fatica a far risultato e continuare a macinare lavoro e partite. 

Monza, Pergolettese, Alessandria, Pro Patria, Pianese. Guardiamo la classifica dopo quella giornata e cerchiamo di capire a che punto siamo. 

L'innesto di qualche individualità, ponderata e valutata con attenzione, andava fatto giustamente adesso, e non dopo tre minuti della prima gara di campionato, senza permettere a chi si è investito di fiducia in estate di avere un minimo di gare per esprimersi e dimostrare. Era a mio avviso doveroso nei confronti degli uomini e non soltanto dei calciatori. 

Io resto convinto che questo è un buon gruppo, che la classifica attualmente non rispecchia appieno i valori e che con i ritocchi giusti e soprattutto l'esperienza di campo si potrà centrare l'obiettivo richiestoci dal Presidente.