RICARICANDOSI

23.10.2020

Quante cose si possono fare senza squadra. Viaggiare, cimentarsi in lavoretti domestici, leggere, scrivere, studiare. E poi? Poi... Viaggiare, cimentarsi in lavor... Già. Dopo un pò il tempo sembra dilatarsi, le cose che fai mai sufficienti a colmare un vuoto, la pazienza finire. 

Non mi era mai capitata una sosta così lunga. Ero entrato in corsa più volte, ma sempre venendo da una stagione conclusa l'anno precedente, o quasi. Nel 2002, quando entrai a Mezzocorona in D, ero fermo dal dicembre precedente. Si era trattato di dieci, lunghissimi mesi. 

Ora come ora i mesi sono tredici, e devo dire che iniziano a pesare. Non perchè, come visto, non ci sia nulla da fare, ma perchè il campo, il suo profumo, le emozioni che trasmette, le tensioni, le soddisfazioni... è insostituibile. Specie per chi vi lavora, ininterrottamente, dal 1992.

Credo, però, che questa pausa mi abbia fatto bene. Mi sento non solo ricaricato, ma cambiato. Dopo la corsa pazza e ininterrotta degli ultimi anni, sempre ad alzare l'asticella, sempre a raccogliere, la quiete di questi mesi e gli approfondimenti fatti hanno portato consapevolezza, conoscenza maggiore del gioco e delle sue dinamiche. Le idee si stanno rincorrendo, vogliose di trovare il loro naturale sbocco. 

Nelle ultime settimane a Lecco mi ero trovato in incredibile difficoltà a preparare i discorsi pre partita, una cosa che mi è sempre venuta naturale e piuttosto facile. Sembravo aver finito le parole, dovevo raschiare il barile e questo mi dava un senso di insoddisfazione enorme. Possibile? Si... evidentemente si. Ecco, ora le parole sono tornate, si stanno accumulando dentro di me e credo si tramuteranno in fuoco non appena avranno la possibilità di tornare ad eruttare in uno spogliatoio.